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Il mondo precario

2009...era della tecnologia, delle grandi scoperte che cambieranno la nostra esistenza, informazioni e notizie sfrecciano intorno a noi che dobbiamo solo scegliere quale prendere al volo insieme alle moltissime possibilità che ci vengono date. Ma questi sono solo alcuni aspetti della realtà.

Viviamo nel precariato, lavoro, legami, economia, tutto è instabilità. Le distanze si accorciano, ma paradossalmente ci lasciano troppo spazio intorno, talmente tanto che ci sentiamo soli.
E' tutto alla portata di mano, ma questa facilità con cui è possibile appropiarsi di tutto ci mette ansia, ci spaventa, ci riempie di pochezza e mentre cerchiamo di capire cosa vogliamo realmente, ci priviamo di ciò che conta, nel frattempo corriamo per avere tutto, di più di quello che serve per essere felici.

Siamo come bambini davanti ad un negozio di giocattoli, con il naso appiccicato alla vetrina vorremo tutto quello che vediamo e non riusciamo a scegliere, gli occhi sono illuminati da un entusiasmo incontenibile e quando finalmente la mamma ci compra un gioco, noi vorremmo anche l'altro e non ci accontentiamo, non apprezziamo.
Anche se stiamo a casa con il dono tra le mani continuiamo a stare con il naso appiccicato a quella vetrina dei balocchi.

Noi ragazzi del 2009 siamo giovani insoddisfatti, delusi, arrabbiati, incapaci di prenderci le nostre responsabilità per affrontarci e metterci in gioco, utilizziamo scuse per difenderci, per non mostrare la nostra parte debole, per non far vedere quello che siamo realmente. Vestiamo un atteggiamento superficiale e stupido.

A questo punto non è meglio piegarsi alla verità e non vergognarsi di dire “io non ce la faccio da solo” quando si ha bisogno di aiuto?

Questo è il quadro che si nota al primo impatto con l'immagine di questo nuovo mondo, questo trapela dai discorsi sinceri che si approfondiscono fra gli amici, queste le prime riflessioni intime che si iniziano a condividere.

Ma qual è la conseguenza di questo momento storico confuso, incerto, instabile?
La paura di vivere i sentimenti allo stato puro.
Il terrore di perdere la propria indipendenza nel legame con un'altra persona.
La difficoltà a dire a se stessi di essersi umani e fragili.
L'incapacità di lasciarsi andare alle emozioni vivendo l'amore.
La paura di perdersi in questo mondo che sembra troppo piccolo da opprimerci.
La necessità di ritrovarsi in storie semplici che non ci chiedono nulla, ma ci rendono davvero poco.

Quanto spazio rimane alle cose importanti, a quelle che contano, che danno senso?
Gli amori si consumano come prodotti preconfezionati, surgelati, inscatolati per essere usati nei tempi sempre più ristretti che non ci permettono di assaporare, di fermarci a respirare per cogliere gli odori e tutto quello che ha bisogno di un attimo in più per essere percepito. Continuiamo a preparare quella cena al singolare. Continuiamo ad essere soli.
Sarà davvero così perché come dicono “i grandi”, gli adulti, abbiamo avuto tutto, non abbiamo dovuto soffrire, lottare, razionare quello che fino a qualche anno fa bisognava guadagnarsi con il sudore e la fatica, e che era sempre troppo poco!?!

E' perché davvero ci hanno dato tutto quello di cui avevamo bisogno, e forse anche di più, che non apprezziamo quello che dovrebbe sembrarci una rarità, come i sentimenti veri, quelli che inondano, che ci fanno sorridere e appassionare, che ci fanno sentire vivi!?!
Cosa ci sta succedendo? Dove ci stiamo dirigendo?

Perdiamo le persone importanti, le lasciamo andare, abbandoniamo le poche certezze che ci restano, non diamo il giusto valore, scompariamo nell'apparenza che ci rende tutti uguali, sempre meno simili a noi. La diversità torna a spaventarci come nel passato e non la vediamo più come un confronto, ritorna ad essere uno scontro. E i legami non sono più un arricchimento, ma una privazione di una parte di noi stessi. Perché? Mi chiedo con amarezza.

Siamo davvero diventati così superficiali, sempre più simili a robot che cercano di produrre, che pensano solo alla realizzazione, alla creazione di uno spazio artificiale, al raggiungimento di un sogno che tale dovrebbe rimanere, che non ci potrà mai salvare perché diventerà un'ossessione nel momento in cui avuto il primo ne vorremmo un altro, mentre viviamo di certezze che non ci nutrono di bontà ma solo di parole che vanno al vento?

Quando torneremo ad accarezzare la persona che condivide le sue passioni con noi e nobilita il nostro tempo, che si prende cura dei nostri umori altalenanti e li ironizza per alleggerirli ed affrontarli? Quando ci avvicineremo per abbracciare quella persona che ci ama e ci protegge? Quando capiremo la rarità di certi sentimenti e ne godremo? Quando non ci lasceremo più sfuggire la donna giusta della nostra vita/l'uomo giusto della nostra vita?

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